NEL PAESE DI BURLA
Nel paese di Burla, tantissimo tempo fa, vivevano i burloni … di nome e di fatto!
Facevano in continuazione scherzi di ogni tipo: sia i bambini che gli adulti si divertivano un mondo a vedere gli altri in difficoltà. Cominciamo dai bambini: come voi, anche i piccoli burloni andavano a scuola, ma loro non amavano molto fare i compiti.
E che facevano? Nascondevano alle maestre i cavalli delle carrozze, così tutti i giorni quelle poverine erano costrette a raggiungere la scuola a piedi arrivando già stanche.
Ma non finiva mica lì… a casa gli scherzi erano ancora di più: quando rimanevano da soli, perché i genitori erano dovuti uscire, magari all’ improvviso, prendevano barili interi di colori e dipingevano tutti i muri, sia dentro che fuori, delle abitazioni; e al loro ritorno, i grandi non riuscivano più a riconoscerle! Un giorno, invece, decisero di fare uno scherzo un po’ diverso dai soliti.
Si alzarono presto presto, sgattaiolarono fuori dai loro letti e dalle loro case, si incontrarono tutti quanti allo stagno, vicino al bosco, acchiapparono rane, ranocchi, ranocchiette e ranocchietti in quantità e… le portarono a scuola, nascondendole nei cassetti del tavolo della direttrice. E volete sapere una cosa buffa? La direttrice li aveva scoperti, perché quello stesso giorno anche lei era uscita molto prima del solito: aveva pensato di fare uno scherzo simile agli alunni della sua scuola… Così, invece di aprire lei quei cassetti pieni di rane, chiamò nella sua stanza tutte le maestre e… provate a immaginare! Ormai non c’era più gusto a fare quello scherzo ai bambini, quindi furono ancora una volta le maestre a subire: la direttrice chiese a una di loro di aprire i cassetti per cercare un registro (inventò una scusa) e, appena questi furono tirati in avanti, successe il “finimondo”! Non ci sono neanche le parole per descrivere la gran confusione di quella mattina, nella scuola del paese di Burla.
Insomma, non passava un giorno senza che qualcuno, grande o piccolo, si burlasse di qualcun altro. Ecco perché avevano chiamato quel paese Burla. Certo era divertente vivere lì: non ci si annoiava mai… finché un giorno venne deciso che tutti i paesi aprissero le loro porte per permettere agli abitanti dei paesi vicini di entrare. Anche a Burla, dunque, furono spalancate le porte. Cominciarono subito ad entrare molte persone, curiose di conoscere i simpatici burloni.
Qualcuno, addirittura, si fermò lì in vacanza. I primi tempi la gente nuova si divertiva, ma poi non più: erano davvero troppi gli scherzi che si ricevevano, e non tutti erano disposti a essere allegri e contenti in qualsiasi momento. Bisognava trovare una soluzione, ormai le persone avevano iniziato a bisticciare e a litigare pure per le sciocchezze.
Allora si fece una riunione generale: tutti erano stati invitati, per riuscire a porre fine a questa situazione. L’assemblea durò giorni e giorni… finalmente venne presa una decisione: fu stabilito che gli scherzi potevano essere fatti soltanto durante un certo periodo dell’anno, più o meno lungo un mese, e che chi non avesse rispettato questa legge avrebbe dovuto pagare una multa “in risate”, cioè avrebbe dovuto ridere da solo per un po’ di tempo… a seconda della gravità dello scherzo fatto. Non è bello ridere da soli. Perciò tutti i burloni furono d’accordo nel rispettare quella saggia decisione, ed è così che anche noi oggi, tutti gli anni, festeggiamo il… CARNEVALE!
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