LA STORIA DI GESU’

Tantissimi anni fa, in un piccolo paese della Palestina avvenne un fatto straordinario. E’ un fatto scritto nel Vangelo che potrete leggere quando sarete più grandi e che mamma e papà possono raccontarvi. Il paese si chiama Nazareth, la ragazza Maria e i suoi genitori Anna e Gioacchino. Maria ha sedici anni ed è fidanzata con un giovane di nome Giuseppe. Un mattino, mentre sta cucendo, vede la stanzetta invasa da una grande luce e una voce la saluta:” Buongiorno Maria!” Maria quasi si spaventa, ma la voce la rassicura: “Non temere, io sono l’angelo Gabriele e ti porto una lieta notizia”. “Vengo a nome di Dio. Egli ti ama e ti farà madre di un figlio. Il bambino si chiamerà Gesù e salverà tutti gli uomini”. Avvolta da quella luce e rassicurata da quella voce, Maria è felice e dice sì, ma il suo pensiero corre a Giuseppe e chiede spiegazioni all’angelo. L’angelo capisce subito la domanda di Maria e porta subito la bella notizia anche a Giuseppe. Stanco della fatica, Giuseppe si è addormentato tra i trucioli e la voce dell’angelo lo fa trasalire. “Non avere paura di nulla, sposa Maria e abbi tanto amore per il bambino che nascerà da lei”. Giuseppe si sente l’uomo più felice del mondo perché capisce che è stato scelto a custodire e amare il figlio di Dio.

Dopo la visita dell’angelo, Maria e Giuseppe si sposano e, secondo gli usi della regione, la festa si protrae per alcuni giorni. Nella casetta semplice degli sposi, i giorni passano tranquilli. Giuseppe pialla il legno per costruire la piccola culla e Maria cuce i vestitini per il bambino che deve nascere. Ormai tutto è pronto: culla, giocattoli, vestiti e copertine ricamate da Maria. Ma un giorno arriva nel paese una notizia che li turba. Il grande imperatore romano Cesare Augusto vuole sapere quanti sono gli abitanti del suo impero e per saperlo dà un ordine: ogni abitante deve tornare al paese dove è nato e mettere il nome nel registro. Giuseppe è nativo di Betlemme che è molto distante da Nazareth e in quel tempo non c’erano né treni, né macchine, né aerei. Giuseppe si preoccupa di Maria e Maria per il bambino che sta per nascere.

Un mattino di buon’ora Giuseppe carica su un asinello le provviste e un fagotto con il corredino per il neonato e parte. L’asino ansima per la stanchezza e anche per il freddo. Maria sulla groppa non dice una parola: pensa al bambino che sta per nascere. Il viaggio è lungo e faticoso. Alcuni giorni piove, altri fa capolino il sole, altri soffia un vento gelido. Le notti si alternano ai giorni. Maria e Giuseppe attraversano pianure e colline, borgate e paesi. Finalmente, lontano, intravedono Betlemme, e tirano un sospiro di sollievo. Ma a Betlemme, le strade sono piene di gente, le locande tutte occupate. Giuseppe vuole un posticino tranquillo per far riposare Maria, ma trovare ospitalità è difficile. Giuseppe bussa a molte porte, ma tutti gli albergatori dicono di non avere un posto libero. E’ buio ormai e nessuna porta si apre ai due sposini. Maria è stanca e anche l’asinello dà segni di nervosismo. Qualcuno finalmente, mosso a compassione, indica a Giuseppe alcune grotte scavate nella roccia, non molto distanti da Betlemme. Giuseppe ringrazia, trova una grotta libera, ammucchia una bracciata di paglia asciutta e fa adagiare Maria. Giuseppe vede che c’è un bue nella grotta, ma non se ne preoccupa. Lega l’asino alla mangiatoia e copre Maria con il suo mantello perché riposi e dorma. Lui non dorme: guarda i falò dei pastori e sta attento se Maria ha bisogno di qualcosa.

Nel mezzo della notte, mentre nel cielo blu scuro brillano le stelle, Giuseppe sente un vagito e vede il volto di Maria illuminato da una luce radiosa. Giuseppe abbraccia Maria e il piccino in un abbraccio unico, come a difenderli da ogni pericolo, e cade in ginocchio dicendo grazie a Dio. Fa freddo, il piccolo piange e Giuseppe lo adagia nella mangiatoia perché il bue e l’asinello possano scaldarlo con il loro fiato. Maria non parla. E così, in adorazione silenziosa, canta con il cuore la ninna nanna più bella del mondo. I pastori accampati con i loro greggi, sono intanto svegliati dagli angeli: “Presto, alzatevi! E’ nato per voi il Salvatore tanto atteso. Andate, lo troverete avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia”. I pastori svegliano le pecore e corrono verso la grotta, mentre gli angeli continuano a cantare: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Dio ama!”

In quella stessa notte tre uomini ritenuti i più saggi dell’oriente vedono una grande stella, una cometa con una coda splendente. I tre saggi capiscono subito e, preparati i loro dromedari si mettono in cammino alla ricerca del Messia che è nato. Si chiamano Gaspare, Melchiorre e Baldassarre e avanzano seguendo la stella che cammina tra le altre stelle, indicando il cammino. E così per giorni e notti, notti e giorni finché giungono a Betlemme. Qui la stella si ferma su una grotta e diventa ancora più lucente. I tre magi capiscono e fermano le loro cavalcature. Entrano nella grotta e, sapendo chi è il bambino che Maria ha tra le braccia, si inginocchiano e offrono in dono oro, incenso e mirra. La notizia dell’arrivo dei tre re si sparge per tutta la regione. Tutti sono pieni di gioia perché Gesù è finalmente nato. Da quel primo Natale, ogni anno i cristiani di tutto il mondo ricordano la nascita di Gesù.