IL MAGO DEL TEMPO
C’era una volta un paese di gnomi. Si chiamava Greenland, perché il verde era il colore più visibile, a cominciare dalla pelle dei suoi minuscoli abitanti. C’erano moltissimi prati e alberi, e anche le case degli gnomi avevano i muri o i tetti verdi. Tutto era tranquillo a Greenland, fino a quando, non si sa dove e neanche come, arrivò un personaggio un po’ strano…Innanzitutto era molto più alto dei greenlandini (non era uno gnomo!), aveva una barba lunga lunga, che però si accorciava ogni volta che incontrava qualcuno (perché mai?) e per finire indossava un buffo cappello a punta di colore blu (a cosa poteva servirgli?).
Lo strano personaggio si presentò subito al popolo greenlandese in un modo, a dir poco, insolito: si fermò al centro del paese, nella piazza più grande, nell’ora in cui gli gnomi si radunavano tutti quanti lì per discutere insieme dei problemi più urgenti da risolvere.
Per attirare la loro attenzione, si sistemò nel bel mezzo della piazza, seduto per terra a gambe incrociate.
Come non accorgersi di lui, visto che lo gnomo più alto misurava appena quaranta centimetri (come la gamba di una nostra sedia) e lo strano personaggio, invece, raggiungeva addirittura l’altezza dei lampioni di quel grazioso paesino? Era seduto, d’accordo, ma pur sempre altissimo per gli abitanti di Greenland!
“Salve a tutti! Mi chiamo Barbillo e sono un tipo tranquillo! Ma se mi fate arrabbiare, badate che strillo! Sapete una cosa? Mi occorre uno spillo!”
“Perché? Vuoi farci del male?” disse subito il sindaco, preoccupato.
“No, voglio soltanto risolvere un problema che mi tormenta da parecchio tempo: avete notato quanto si è accorciata, di già, la mia barba?”
“È vero! – esclamarono tutti gli gnometti in coro – Appena ti abbiamo visto era lunga fino ai piedi, e ora ti arriva alle ginocchia! Come mai?”
Barbillo raccontò agli gnomi la sua storia: era vittima dell’incantesimo di una maga, che per fargli un dispetto aveva “stregato” la sua barba.
Ogni volta che avesse incontrato una persona nuova, gli si sarebbe accorciata, e se fosse scomparsa del tutto lui sarebbe morto.
Per contrastare l’incantesimo, Barbillo avrebbe dovuto fare lui stesso le magie più strane e imprevedibili. Così il sindaco, in poche ore, procurò uno spillo adatto al nostro Barbillo. Poi gli fece costruire in fretta anche una casa e lo invitò a restare a Greenland, almeno fino a quando non avesse risolto il suo problema. Barbillo se ne stava chiuso in casa tutto il giorno, a provare e riprovare magie e incantesimi… Lo spillo gli serviva, perché ogni volta, dopo aver pronunciato le formule magiche, doveva bucare il suo cappello. Che successe, intanto, al popolo di Greenland? Ebbene, era estate, quando Barbilllo era arrivato, e… in meno di una settimana, pensate un po’, il tempo cambiò completamente: da un giorno all’altro scese la neve sui tetti del paese, e non si poteva più uscire di casa se non con il cappotto! Era improvvisamente giunto l’inverno! Ma altrettanto improvvisamente venne di nuovo l’estate, poi, subito dopo, la primavera, quindi l’autunno…di nuovo l’estate, ancora l’inverno… Gli abitanti di Greenland non sapevano più come vestirsi e, ancora peggio, non riuscivano a spiegarsi il motivo di questi cambiamenti velocissimi: sole, pioggia, vento, neve…erano capaci di arrivare anche tutti insieme! Qualcuno, però, si accorse che al mago Barbillo era ricresciuta la barba e stavolta era anche più lunga di prima: toccava, infatti, il pavimento! I Greenlandini capirono che il mago aveva trovato il sistema per risolvere i suoi problemi personali; ma non poteva continuare così! Tutti rivolevano le quattro stagioni e ognuna al momento giusto: ESTATE, AUTUNNO, INVERNO e PRIMAVERA. Perciò il sindaco andò a parlare con Barbillo, che nel frattempo era stato soprannominato “il mago del tempo” e gli fece una proposta: – Puoi continuare a vivere con noi, se ti va, così non dovrai più incontrare persone nuove e la tua barba rimarrà per sempre lunga; ma dovrai smettere di giocare con le stagioni. Barbillo accettò e riconsegnò davanti a tutti lo spillo. E fu così che a Greenland nessuno poté più vedere la neve, il sole, la pioggia, il vento, e sentire caldo e freddo…tutto in uno stesso pomeriggio.
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